IL PASSATO PESA COME UN MACIGNO di Marcello Moriondo

IL PASSATO

Un film di Asghar Farhadi

Con Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Pauline Burlet, Elyes Aguis, Jeanne Jestin, Sabrina Ouazani, Babak Karimi, Valeria Cavalli

Titolo originale Le passé. Durata 130 min. – Francia, Italia 2013

Il passato torna in aereo e l’accoglienza atmosferica (piove a catinelle) non è un buon presagio.

Per Marie il passato è Ahmad, il marito iraniano che l’ha lasciata quattro anni prima e ora vive a Teheran. Lei vive con due figlie avute da una relazione precedente al suo matrimonio e cerca di rifarsi una vita con Samir, la cui moglie è in coma, forse irreversibile. Marie ha chiesto al marito di tornare per rendere effettiva la pratica di divorzio e ufficializzare la relazione con Samir, padre di un bimbo. Samir non accetta di buon grado la presenza di Ahmad, anche se sa che è indispensabile per proseguire la sua storia con Marie.
Inoltre c’è Lucie, la figlia maggiore della donna, un’adolescente che non vede di buon occhio il nuovo rapporto sentimentale di sua madre.
Diventa evidente che le pratiche del divorzio sono solo un pretesto, che non basta una firma su un documento per spezzare qualsiasi legame. Ci sono eventi che hanno condizionato la vita dei protagonisti, la cui soluzione è rimasta sospesa, quasi in un alone di rimozione, se non terrore di affrontare la scomoda realtà. Toccherà all’iraniano il compito di sbrogliare la matassa, mentre il senso di colpa che gravita sopra sopra Ahmad, Marie, Lucie e Samir scende ad avvolgerli, scoprendo le carte chiuse ermeticamente nel loro fodero fino all’apparizione del Passato, con cui si deve fare necessariamente i conti.

Già premio Oscar per il miglior film straniero con UNA SEPARAZIONE, Asghar Farhadi ha gustato il successo a CANNES con IL PASSATO, in concorso al FESTIVAL, dove la protagonista femminile, Bérénice Bejo, ha ritirato il premio come Miglior Attrice.

MOLIÈRE IN BICICLETTA

LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2015 ore 21 – 4 €
UCI CINEMAS PIOLTELLO

MOLIÈRE IN BICICLETTA

Un film di Philippe Le Guay
Con Fabrice Luchini, Lambert Wilson, Maya Sansa
Titolo originale Alceste à bicyclette Durata 104 min. – Francia 2013

NOTE DI REGIA di Philippe Le Guay
Pedalando con Fabrice
Stavo preparando Le donne del 6° piano e cercavo di ottenere il consenso di Fabrice Luchini per interpretare la parte del protagonista. Fabrice è abbastanza distratto: dimentica i copioni nei taxi o nelle stanze d’albergo. Un giorno sono dovuto andare personalmente sull’Île de Ré a portargli una nuova copia, ma mentre raggiungevo casa sua in bicicletta mi sono perso. Fabrice è venuto a cercarmi, anche lui in bicicletta, e ci siamo ritrovati insieme a pedalare lungo gli stagni. Io allora gli dico: “Sei un vero misantropo, confinato nel tuo rifugio!”, e lui inizia a declamare l’inizio dell’opera di Molière, interpretando alla perfezione i due ruoli principali, Alceste e Philinte. La conosceva praticamente a memoria. È proprio in quel momento che il film e il titolo, Molière in bicicletta, si sono materializzati davanti ai miei occhi.
Serge e Gauthier
Il personaggio di Serge Tanneur si ispira dunque a Fabrice. Al suo amore per i testi, alla sua tendenza alla misantropia: da tempo cova il desiderio di ritirarsi dal mondo, ma fortunatamente non lo mette in atto. Inoltre, spesso facciamo discussioni infinite sulle persone e su noi stessi: lui sostiene che cose come la generosità non esistono, poiché ognuno fa unicamente i propri interessi, mentre a me spetta la parte dell’ingenuo che vede tutto rosa e crede nell’altruismo. Fabrice è pragmatico, io sono indulgente. Anche se lui pensa che la mia indulgenza sia solo una maschera che indosso per lusingare il mio narcisismo. E forse non ha tutti i torti… In ogni caso, il personaggio di Lambert Wilson rappresenta il mio punto di vista. Gauthier è una star televisiva, convinto di dover essere accondiscendente con le persone a tutti i costi. Lui stesso non si fa illusioni sulla qualità di quello che fa in tv, ma proprio per questo vuole interpretare Alceste: ha qualcosa dentro, nel profondo, che vuole difendere.
-5–Il mestiere dell’attore
Durante le prove, Serge e Gauthier hanno punti di vista opposti sul testo e volevo che tornassero più volte a discutere sugli stessi argomenti. Anche per questo ho deciso di attenermi alla prima scena del primo atto, che riassume le posizioni di Alceste e Philinte, l’eterno problema della scelta tra verità e indulgenza. Il testo è così ricco e inesauribile che non ci si stanca mai di ascoltarlo e ognuna delle otto prove è girata in un modo specifico. Mi sono ispirato alle grandi scene di duello di film come Scaramouche di George Sidney: combattimento dopo combattimento, il vantaggio passa dall’uno all’altro contendente. Fabrice e Lambert sono stati meravigliosi nell’accettare di mostrare gli errori e le incertezze di due interpreti che affrontano un testo simile. È come se il pubblico potesse assistere ai retroscena del lavoro dell’attore, a come procede il suo sforzo creativo.
Seduttrice o misantropa?
In questa nostra rilettura de Il Misantropo avevamo bisogno di una Célimène, ma nell’isolamento della location era impossibile farne una seduttrice, come nell’originale. Ho deciso per l’opposto: il personaggio di Maya Sansa è ancora più misantropo di quello di Fabrice! Esce da un divorzio doloroso, è ferita e arrabbiata, una specie di Cioran al femminile. Malgrado questo, doveva essere una donna molto attraente e Maya, che ho molto amato per le sue interpretazioni in Buongiorno, notte di Bellocchio e Voyez Comme Ils Dansent di Claude Miller, mi è sembrata perfetta per il ruolo.
Dal porno a Molière
Ho inserito il personaggio di Zoé, la giovane pornostar, perché trattandosi di un film sugli attori pensavo sarebbe stato divertente raccontare quello che può considerarsi il grado zero del mestiere. Serge e Gauthier le chiedono di leggere dei versi della commedia per farsi gioco di lei e, a sorpresa, la sua freschezza di interpretazione produce un’emozione inaspettata.